Retrocessione del Milan Primavera

Il periodo che sta vivendo il Milan come società calcistica non è certamente dei migliori; a testimoniarlo principalmente è il rendimento della squadra maggiore che arranca nella classifica della serie A italiana, ma a confermarlo è anche la pessima annata che ha vissuto la squadra Primavera la stagione scorsa.

Il 2018/19 è culminato infatti con la clamorosa retrocessione della squadra dei giovani milanisti nel campionato di Primavera 2, la serie B del calcio giovanile.

I segnali della disfatta c’erano tutti e le motivazioni sono diverse anche se buona parte delle colpe, come è facile immaginare, è attribuibile alla dirigenza attuale, ma soprattutto passata.

Cronaca della disfatta

L’infausto evento si è concretizzato al termine della partita giocata contro la Fiorentina, quando il gol segnato da Pierozzi ha portato al pareggio della squadra viola e alla retrocessione di quella rossonera che fino a quel momento, con la vittoria, aveva sperato nei playoff da giocare contro l’Empoli.

La stagione era partita sotto la guida di Alessandro Lupi che nelle 44 partite da lui dirette dall’inizio della sua avventura sulla panchina del Milan avvenuto nel novembre 2017 ha totalizzato un media non molto convincente di 1,23 punti a partita.

A inizio 2019 la dirigenza decise di cambiare allenatore chiamando il 48enne Federico Giunti che aveva lasciato la panchina del Perugia nel 2017.

Cause tecniche della retrocessione del Milan Primavera

Il cambio in panchina ha portato pochi frutti, infatti, non è riuscito ad evitare la disfatta anche perché Giunti ha avuto in eredità una situazione poco semplice da gestire.

In squadra, infatti, erano presenti molti giocatori nati negli anni 2001 e 2002, quindi più giovani rispetto a quelli della maggior parte delle altre squadre.

Oltre a questo, si è aggiunta una catena sfortunata di infortuni che ha falcidiato l’organico a disposizione del tecnico, costringendolo a non poter schierare alcuni dei suoi elementi migliori quali Torrasi, Daniel Maldini e Tsadjout.

Infine, i nuovi arrivati di gennaio, Abanda e Djalo, hanno faticato molto a integrarsi nei meccanismi di gioco della squadra e a dare il loro contributo alla causa.

Cause societarie del disastro

Le due società, quella cinese e quella gestita da Elliott, hanno più volte rimarcato i loro progetti per il futuro della società rossonera, ma nel concreto non hanno messo in atto nulla di concreto per ovviare al disastro successo nel settore giovanile e in particolare nella squadra Primavera.

La gestione cinese ha avuto, tra le altre, la colpa di aver mandato a casa, trattando con un ramo secco, Mauro Bianchessi, lo scopritore di Cutrone e Donnarumma, i due giovani del vivaio del Milan più forti degli ultimi anni.

Anche la sostituzione del responsabile del settore giovanile Filippo Galli con Mario Beretta non ha aiutato a mantenere un clima di serenità nello spogliatoio.

Una retrocessione, quindi, che ha molti colpevoli e molte colpe da distribuire, una gestione del settore giovanile allegra e indifferente che ha portato una squadra blasonata come quella milanista all’umiliante discesa nella serie cadetta.

L’annata attuale nel campionato di Primavera 2 è iniziata bene, quindi le possibilità di un’immediata promozione nella massima serie sono molto alte.