Da pochi giorni si è avuta notizia del buco da 146 milioni di euro nel bilancio del Milan. Subito si sono scatenate ipotesi e supposizioni riguardanti il motivo alla base di questa forte perdita, la maggiore nella storia della squadra rossonera.
Alcuni hanno pensato a un processo di pulizia dei bilanci messo in atto dalla dirigenza milanista per cautelarsi in caso di costi futuri, ma sembra invece che il negativo sia dovuto più probabilmente a un aumento del costo del personale e a un calo notevole dei ricavi.
Prima di analizzare i conti del Milan, bisogna sottolineare che il bilancio è frutto principalmente degli effetti dati dalla strategia iniziale della nuova proprietà che aveva affidato al direttore tecnico Leonardo un importante budget da utilizzare sul mercato e si era opposta alle decisioni Uefa per quanto riguarda le regole del fair play finanziario.
Questo atteggiamento ha portato ad un notevole aumento dei costi ed è stato ribaltato completamente con l’addio dell’attuale dirigente del PSG e con l’arrivo dell’amministratore delegato Ivan Gazidis che si è accordato con l’Uefa sull’esclusione di un anno della squadra dalle competizioni europee e ha intrapreso una campagna acquisti che ha puntato a portare a Milano giovani promettenti che nel futuro potrebbero portare a importanti plusvalenze.
Calo dei ricavi
La gestione precedente e quella iniziale della dirigenza attuale hanno portato finora a un calo dei ricavi di 14,6 milioni di euro e maggiori costi per 18,9 milioni anche se grazie al rimborso anticipato dei bond sono stati ridotti gli oneri finanziari per 11,2 milioni.
La diminuzione dei ricavi è dovuta a due fattori principali: il marchio Milan ha meno appeal rispetto al passato vista la mancanza di risultati e il fatto che la squadra meneghina non partecipa alle coppe europee, inoltre rispetto alla stagione precedente le plusvalenze date dalla vendita di giocatori sono state inferiori.
Aumento dei costi del personale
Per quanto riguarda l’aumento dei costi, questo fenomeno è dovuto dagli esiti delle due campagne di calciomercato dell’estate 2018 e del gennaio 2019.
I costi dovuti al pagamento degli stipendi sono aumentati notevolmente sia a causa di nuovi arrivi onerosi come quelli di Higuain e Bakayoko, sia per i rinnovi al rialzo dei contratti di alcuni giocatori come Romagnoli, sia per la mancata rescissione di alcuni contratti importanti come quelli di Montolivo e Bertolacci, giocatori a suo tempo in esubero.
Il costo relativo agli stipendi sotto Leonardo è aumentato notevolmente rispetto alla stagione precedente con i dirigenti Fassone e Mirabelli, se questo investimento avesse portato alla qualificazione alla Champions League forse oggi la situazione sportiva e finanziaria del Milan sarebbe diversa anche se si sarebbe comunque dovuto affrontare ugualmente lo scontro contro l’Uefa.
Come detto, il buco di bilancio non sembra affatto dovuto ad un’operazione di pulizia di bilancio, ma semplicemente ad un aumento dei costi del personale insieme ad un calo netto dei ricavi a causa della mancata qualificazione europea e a minori entrate date dal merchandising e dal reparto commerciale.