Pensare a un’Italia che toglie una tassa è davvero strano, eppure è ciò che è successo, nonostante il paragone con altri Paesi.
La tassa in questione è stata rimandata per ben 6 anni dal nostro Governo, fino a quando, con l’ultima Manovra di Bilancio, è stata nuovamente ignorata, anche se non si sa se in forma definitiva.
Può sembrare pazzesco che in Italia si elimini una tassa che in altri Paesi – stando alle loro versioni – avrebbe funzionato alla grande. La tassa riguarda la salute pubblica e più precisamente parliamo della “sugar tax”. Come si evince dal nome, quest’onere economico è inerente allo zucchero e ai prodotti alimentari che lo contengono.
La sugar tax è un’idea dell’OMS che ha pensato di disincentivare il consumo d zuccheri agendo sui portafogli dei consumatori.
I vari Governi hanno molto a cuore la salute dei loro cittadini, basti pensare alle innumerevoli iniziative che attuano, soprattutto da quando c’è stata la pandemia di Covid: vaccinazioni di massa, screening aperti a tutti tramite gli ambulatori mobili nelle piazze, le informazioni diffuse massicciamente e i consigli su come adottare uno stile di vita sano.
La sugar tax fa parte di queste strategie e il principio è semplice; per evitare che le persone (soprattutto i bambini) bevano le cosiddette bevande zuccherate si alzano i prezzi dei prodotti finali.
Sicuramente assumere troppo zucchero, in varie forme, non è salutare e in molti sapranno che ciò può portare a diabete di tipo 2, obesità e correlati problemi alla salute cardiovascolare, nonché aumento di rischio tumori. Lo zucchero, insomma, è nemico dell’umanità e dove non arriva la persuasione/informazione arriva l’aumento dei prezzi.
Nel Regno Unito, però, sembra che la tassa abbia funzionato davvero. Da quando è stata avviata, dal 2014, si sono già visti gli effetti positivi sulla popolazione, in particolar modo per quanto riguarda la riduzione del numero di soggetti con le carie ai denti.
I dati emergono da uno studio molto accurato in cui si parla di una riduzione di almeno il 12% di estrazioni dentarie dovute a carie, nel periodo in cui la tassa era in vigore. Tra gli altri dati emerge anche il fatto che il calo dell’incidenza delle carie è risultato uniforme in tutte le fasce di popolazione, ovvero sia tra le famiglie meno abbienti che tra quelle benestanti. Il che significa che la tassa ha agito per lo più a livello di consapevolezza e non solo a livello meramente economico.
C’è da dire che la sugar tax intenderebbe anche ridurre il numero di soggetti obesi, che sembra stia crescendo sempre più.
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