Come mai non abbiamo mai visto funerali di cinesi in Italia? C’è una spiegazione a questo quesito che in molti si pongono.
Molti italiani si chiedono spesso che fine facciano i defunti cinesi. In tanti pensano che vengano nascosti i corpi, per poi consegnare la sua identità ad un altro cinese, in arrivo in Italia, o altre idee di cospirazioni e complotti sulle morti cinesi. La maggior parte delle volte, queste persone, spiegano la loro convinzione ponendo una domanda: “Come mai non si vedono funerali di cinesi in Italia?”
È proprio vero, difficilmente in Italia si riesce a vedere un funerale cinese. Tuttavia, non ne vediamo nemmeno russi, nigeriani, dominicani o greci e, se dovessimo incontrare un funerale per strada, non ci interessa la nazionalità. In ogni caso, la Cina ha una cultura completamente diversa rispetto a quella italiana e, come vengono celebrati diversamente i matrimoni, anche i funerali seguono la stessa logica.
Inoltre, solitamente, i cinesi vogliono essere sepolti in patria, tantoché, gli anziani, ad un certo punto, tornano in Cina. Se, invece, la morte accade accidentalmente, il defunto può essere seppellito in Italia, o rispedito nel proprio Paese di nascita.
La cultura cinese, a differenza della nostra, trova nell’anima un ruolo molto importante, poiché si occupa di proteggere e portare fortuna alla famiglia, infatti, i discendenti dell’antenato, devono rendergli omaggio, con sacrifici e diverse attenzioni.
Se noi siamo abituati a seppellire marito e moglie vicini, i cinesi lo fanno nella stessa tomba, per continuare la loro relazione nel mondo ultraterreno. Tra le altre usanze tradizionali, si organizzavano matrimoni post-mortem per i defunti celibi o nubili, in modo da assicurare loro il rispetto sociale.
La cerimonia funebre, nella tradizione cinese, durava almeno quarantanove giorni, suddivisa in diverse fasi: l’annuncio della morte, la vestizione dei familiari a lutto, lavaggio e vestizione della salma, offerte allo spirito, corteo funebre, esposizione della tavoletta dello spirito. La presenza della musica era fondamentale, creando un’atmosfera di armonia e placando le ire del defunto. La musica serviva anche per intrattenere gli ospiti.
All’appello c’erano anche i maestri Feng Shui, per decidere il luogo della sepoltura, in base alle energie ideali. Una tradizione antica, ancora oggi rimasta, è il colore bianco, tuttavia possono essere utilizzati altri colori, come il blu, il nero e il marrone. Il colore che non deve assolutamente essere indossato o usato, è il rosso, infatti, anche le lanterne venivano cambiate e messe bianche.
Come da noi, la bara rimane parte per un determinato periodo, per permettere ad amici e parenti di dare il loro ultimo saluto al defunto. Tuttavia, il tempo di esposizione varia da persona a persona, in base all’importanza e alla ricchezza. In fondo alla bara va un incenso, che deve sempre bruciare, e del cibo, per nutrire l’anima. Per accompagnare il defunto nell’aldilà e per far sì che gli venga assicurata una rendita, si butta del denaro nella bara.
Durante la notte di veglia, si facevano giochi d’azzardo, per rimanere svegli e alleviare il dolore della scomparsa. Un monaco doveva leggere le scritture, poiché preghiere e canti, avrebbero aiutato il defunto ad attraversare il percorso da compiere. Una volta finiti i lamenti e chiusa la bara, non la si poteva più guardare, altrimenti si sarebbe attirata la sfortuna.
In passato, si usava avere un proprio tempio in casa. Il figlio maggiore doveva raccogliere la terra del luogo della sepoltura, per tenerla in casa e venerarla, inoltre, i vestiti usati per la cerimonia andavano buttati. La famiglia rimaneva per altri cento giorni in lutto.
Ormai queste usanze non vengono utilizzate quasi più, specialmente nelle grandi città, dove, ormai, le persone si rivolgono alla cremazione. Tuttavia, nelle zone rurali, la cerimonia tradizionale è rimasta. Inoltre, sia in città, che in campagna, le morti non degne sono escluse da cerimonie funebri, su decisione dello stato, tra questi entrano: criminali, dissidenti politici e suicidi.
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