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Economia

Cosa succede se vieni fermato senza scontrino: le conseguenze previste dalla legge

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Antonetta Del Prete

I negozianti sono obbligati a rilasciare lo scontrino, eppure molti non lo fanno. Cosa si rischia se si viene beccati senza?

Lo scontrino fiscale è un documento emesso da un commerciante al momento di una transazione commerciale con un cliente. Non è raro però che i clienti, immersi nella frenesia degli acquisti, trascurino di richiederlo o, peggio ancora, che i commercianti non lo rilascino. Ma cosa comporta realmente non avere uno scontrino? E quali sono le responsabilità dei clienti in questa situazione?

Se si esce da un negozio senza scontrino, quali sono le conseguenze? (20maggiosenzamuri.it)

Lo scontrino serve come prova di acquisto, consentendo al cliente di dimostrare di aver effettuato l’acquisto in caso di necessità di reso o garanzia. Inoltre, è un elemento fondamentale per il controllo fiscale, poiché fornisce un tracciato dettagliato delle transazioni effettuate dal commerciante. E la legge prevede alcune sanzioni se questi scontrini non vengono emessi. Vediamo nel dettaglio

Cosa succede se non si rilascia lo scontrino

Ci sono svariate ragioni per cui un cliente potrebbe trovarsi senza uno scontrino. Talvolta il commerciante può dimenticare di emetterlo, o il cliente stesso può smarrirlo tra le pieghe delle confezioni o dei sacchetti degli acquisti. Tuttavia, la mancanza dello scontrino non dovrebbe essere sottovalutata, poiché ci possono essere delle implicazioni importanti.

Infatti, fino a vent’anni fa un cliente senza scontrino rischiava una multa, un tentativo di scoraggiare l’evasione fiscale coinvolgendo anche i consumatori nella lotta contro questa pratica. Tuttavia, il decreto legge n. 69/2003 ha introdotto significative modifiche eliminando le sanzioni per i clienti privi di scontrino. Oggi, a prescindere dal motivo, un cliente senza questo documento non incorre in alcun rischio legale.

Ci sono sanzioni per i commercianti che non emettono scontrini (20maggiosenzamuri.it)

Se da un lato la legge è chiara nel non punire i clienti privi di scontrino, dall’altro pone tutta la responsabilità della sua emissione sulle spalle del commerciante. Il cliente, quindi, non è tenuto a richiederlo né a segnalare l’omissione alle autorità fiscali. Questo cambio di prospettiva pone l’onere sulla classe imprenditoriale di rispettare gli obblighi previsti dalla legge.

Nonostante i clienti non siano obbligati a segnalare l’omissione dello scontrino, hanno la possibilità di farlo se ritengono che un negoziante stia operando in modo scorretto. Una segnalazione firmata presso la guardia di finanza può essere un modo per garantire il rispetto delle normative. Inoltre, va sottolineato che l’Agenzia delle Entrate e la guardia di finanza hanno il potere di effettuare controlli sulla corretta emissione degli scontrini, anche intervistando i clienti all’uscita dai negozi.

Qual sono i rischi per i commercianti

Dal 2003 chi non emette lo scontrino rischia una sanzione pari al 100% dell’imposta evasa, calcolata sul prezzo di cessione del bene, con un importo non inferiore a 500 euro. La stessa sanzione si applica se lo scontrino viene emesso con un valore inferiore al corrispettivo reale. Nemmeno i malfunzionamenti della cassa rappresentano una scusa valida. In caso di problemi tecnici, è obbligatorio richiedere la manutenzione tempestiva per evitare sanzioni che variano tra 250 e 2.000 euro. La legge è chiara nel richiedere una gestione diligente e responsabile delle procedure fiscali da parte dei commercianti.

In conclusione, mentre i clienti senza scontrino non corrono alcun rischio legale, la responsabilità di emettere questo documento rientra esclusivamente nelle prerogative dei commercianti. È fondamentale che i consumatori siano consapevoli dei propri diritti e che i commercianti rispettino le normative vigenti. Solo attraverso una collaborazione consapevole tra consumatori e imprenditori si può garantire un ambiente commerciale equo e trasparente.

Antonetta Del Prete

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