Cerchiamo di capire quando è corretto parlare di mercato tutelato riferendosi ai nuovi contratti di luce e gas e quali caratteristiche lo distinguono dal mercato libero. Esistono delle differenze sostanziali che è bene conoscere, in vista della nuova rivoluzione prevista nel 2024
Diciamocelo, molto spesso quando si finiscono ad analizzare i contratti per l’energia in Italia ciò che si trova è solamente una gran confusione.
Tra mercato tutelato e mercato libero, non tutti riescono immediatamente a comprendere quale sia la scelta migliore da effettuare per provare a risparmiare qualche soldo, soprattutto poiché a non essere chiaro a chiunque è proprio cosa sia il mercato tutelato e cosa il mercato libero.
Per questo, nell’approfondimento odierno proveremo a fare chiarezza, concentrandoci in particolar modo sul mercato tutelato.
Vediamo insieme di cosa si tratta.
Mercato tutelato o mercato libero?
Attualmente in Italia esistono due sistemi di gestione ben diversi tra loro per quanto riguarda il mercato dell’energia, quello di luce e gas.
Si tratta del mercato tutelato (il servizio a maggior tutela, ndr) e del mercato libero, due tipologie abbastanza differenti tra loro.
In Italia si parla di mercato tutelato dell’energia quando ci si riferisce a un sistema di distribuzione di luce e gas alla popolazione in cui a controllare i costi è lo Stato, per mezzo dell’ARERA, l’Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambienti.
Si tratta di un ente statale che svolge il ruolo di stabilire le condizioni economiche e contrattuali con le quali i consumatori hanno accesso ai servizi di luce e gas.
Tali condizioni vengono riviste ogni tre mesi, dovendosi adattare all’andamento mondiale dei prezzi delle materie prime impiegate.
Il mercato tutelato, o servizio a maggior tutela, è quindi quello che prevede la scelta da parte del consumatore di un servizio regolato dallo Stato e in cui lo stesso Stato impedisce che si verifichino delle improvvise impennate dei costi o dei prezzi totalmente fuori mercato.
Questo servizio è stato, all’atto pratico, l’unico sistema con il quale i cittadini italiani si sono potuti interfacciare fino al termine degli anni Novanta, quando a fare la sua comparsa nel Belpaese è stato il mercato libero.
Esso è stato introdotto nello Stivale con l’avvento del nuovo millennio, come risultato di un processo di liberalizzazione del mercato di luce e gas iniziato a fine Novecento.
Da allora, il mercato libero è andato ad affiancare (non a sostituire, ndr) il mercato tutelato, dando così una nuova opzione di scelta ai consumatori, ma finendo spesso con il creare anche confusione e scompiglio in chi non ha mai compreso la vera natura di questo nuovo sistema.
Proviamo allora a riassumerne l’essenza.
Il mercato libero è quel sistema in cui non vige più il monopolio dello Stato, bensì dove sono le singole aziende elettriche e di gas private a stabilire prezzi e servizi da erogare ai propri clienti.
A regolare il mercato è quindi il solo concetto della “concorrenza”, dal momento che chiunque è libero di scegliere il contratto più conveniente per sé.
È doveroso però ricordare come anche nel mercato libero esista un ente di controllo dei prezzi, il quale è gestito dallo Stato in collaborazione con Antitrust. Il suo compito è essenzialmente quello di vigilare che i fornitori privati di energia applichino sempre procedure trasparenti e una corretta gestione dei prezzi.
Da un punto di vista teorico, la distinzione tra mercato tutelato e mercato libero pare quindi abbastanza netta, ma cos’è quindi che crea a volte confusione?
È il fatto che le stesse aziende private sono presenti in entrambi i regimi di mercato, ovvero sia nel mercato tutelato che nel mercato libero, seppure con nomi diversi (è ciò che prevede la regolamentazione dello Stato, ndr).
Un esempio? La famosa azienda Enel nel mercato tutelato è presente con il nome Enel Servizio Elettrico Nazionale, mentre nel mercato libero con quello Enel Energia.
L’azienda resta quindi la stessa, ma il nome varia e così anche il prezzo.
I contratti offerti da Enel (così come dalle altre aziende, ndr) nel mercato tutelato e nel mercato libero non sono affatto gli stessi.
Addio al servizio a maggior tutela?
Se attualmente qualsiasi consumatore ha la possibilità di scegliere tra il mercato tutelato e il mercato libero a propria discrezione (passando anche da un mercato all’altro quando lo desidera, ndr), nel prossimo futuro questa opzione verrà tolta.
Stando a quanto previsto dal decreto legge milleproroghe, a partire dal 1° gennaio 2024 scadrà infatti il termine ultimo per il passaggio al mercato libero.
Ciò significa che tra poco più di un mese cesserà di esistere il mercato tutelato, con il mercato libero che diventerà quindi l’unico sistema in vigore.
Ma è davvero così? Forse no.
Stando alle ultime dichiarazioni rilasciate dalla Sottosegretaria al Ministero dell’Economia, Lucia Albano, il Governo italiano a guida Giorgia Meloni potrebbe valutare una proroga al mercato tutelato.
Il Consiglio dei Ministri potrebbe quindi rimescolare le carte in tavola, aumentando di fatto la data di scadenza del sistema a maggior tutela.
Il Decreto energia è ancora in fase di discussione e ciò che si sta valutando è proprio una eventuale proroga su questo servizio, come invocato a gran voce dai diversi sindacati, certi che il mercato tutelato resti la migliore opzione per le fasce più povere della popolazione italiana.
Un concetto spiegato chiaramente da Spi Cgil, per cui il passaggio al mercato libero obbligherebbe ogni cittadino a scegliere il proprio fornitore, con il rischio di doversi confrontare con un deciso aumento dei prezzi, sui quali grava già l’inflazione.
Per i sindacati è fondamentale che ai cittadini vengano dati tutti gli strumenti necessari per orientarsi con consapevolezza nel libero mercato e scegliere le offerte più adatte alle proprie necessità.
Detto ciò, al momento una proroga al mercato tutelato pare un’eventualità ancora remota, sebbene non impossibile.
In ogni caso, resta indispensabile soddisfare una condizione primaria.
Quale? Un’eventuale proroga potrà essere valutata positivamente soltanto se il contenuto sarà pienamente rispettoso dei vincoli europei.
L’Unione Europea è una delle grandi promotrici del passaggio dal mercato tutelato al mercato libero, motivo per cui ottenere una proroga potrebbe non essere così semplice.
Ritardando il passaggio previsto da una forma di mercato all’altra, l’Italia potrebbe rischiare di essere messa in mora e di compromettere i pagamenti del Pnrr.
Una condizione a cui prestare la massima attenzione, dunque, per non finire con il creare danni ben più gravi dei benefici che potrebbero derivare da un’eventuale proroga.