Lo sci-fi è tra i generi più complessi nella letteratura e nel cinema, in cui anche l’Italia vanta alcuni capolavori: ecco i titoli da recuperare
Nel panorama letterario italiano, il genere della fantascienza ci ha messo del tempo per attecchire, imponendosi in maniera quasi silenziosa, attingendo da materiali fantastici pre-esistenti, mentre gli autori cercavano di sondare territori narrativi inesplorati per stimolare la fantasia del lettore.
Scrittori come Dino Buzzati, con opere pioniere del fantascientifico come Il deserto dei Tartari, hanno sperimentato gli elementi cardine del genere, esplorando le sfumature della psicologia umana immersa scenari fantastici. Allo stesso tempo, autori contemporanei del calibro di Francesco Verso, con il suo Antidoti umani, hanno portato nuove prospettive e tematiche all’interno della fantascienza italiana, trattando questioni sociali e scientifiche con uno sguardo critico e speculativo. Dunque, il mondo della narrativa italiana nel campo della fantascienza continua a evolversi, offrendo letture avvincenti che mescolano la tradizione letteraria nazionale con le infinite possibilità dell’immaginazione futuristica. Scopriamo insieme quali sono i migliori romanzi di fantascienza italiani da leggere per esplorare il genere.
Niccolò Ammaniti, ormai uno degli autori più noti della narrativa italiana contemporanea, si è fatto portavoce della rilevanza della fantascienza nell’editoria del Bel Paese, estendendola oltre la tradizionale nicchia di genere. Il suo romanzo Anna, pubblicato nel 2015, offre un esempio eloquente di questa tendenza, trasportando i lettori nel 2020, in un mondo in cui un morbo devastante colpisce gli adulti, risparmiando solo i bambini. Questi ultimi, seppur al momento portatori sani del virus, sono destinati a subire gli effetti letali della malattia una volta raggiunta la pubertà. In questo scenario distopico, l’opera di Ammaniti si distingue per la sua ricchezza simbolica e i rimandi a riflessioni più ampie sul destino dell’umanità. La trama prende avvio in una Sicilia trasformata in una terra desolata, dove la tredicenne Anna parte alla ricerca del fratellino rapito. Attraverso campi arsi, boschi misteriosi e ruderi urbani, il romanzo esplora un mondo sconvolto dalle nuove regole della sopravvivenza. Attraverso la storia di Anna, Ammaniti riflette sul concetto che la “vita non ci appartiene, ci attraversa”.
Vincitore del prestigioso Premio Urania con questo romanzo, che ne segnò anche l’esodio nel panorama letterario italiano, Maico Morellini ha successivamente esplorato varie sfaccettature del fantastico, spaziando dal weird allo storico, mantenendo sempre il suo stile inconfondibile. Il re nero si svolge in un’Emilia governata dalla città stato di Polis Aemilia, una fusione delle antiche Modena, Reggio Emilia e Bologna. La trama si apre con l’omicidio di una prostituta, su cui indaga un detective privato che sfrutta tutte le tecnologie del suo tempo, abilmente descritte dall’autore. La cura nell’ambientazione è altrettanto meticolosa, in cui la fanno da padrone i Dissonanti, esseri umani modificati, e una politica intrisa di giochi sporchi.. La storia, sebbene talvolta possa sembrare troppo articolata a causa dell’eccessiva cura descrittiva, offre un’esperienza immersiva e un intreccio avvincente, rendendo la lettura coinvolgente dall’inizio alla fine.
Dario Tonani, uno dei più letti e apprezzati autori di fantascienza in Italia, già vincitore del premio Urania con Infect@, presenta un’entusiasmante antologia che incarna la sua passione per il genere. Questa raccolta di racconti sintetizza l’immaginario distintivo di Tonani, in cui carne e metallo si fondono, dando vita a macchine così avanzate da acquisire emozioni e imporsi al vertice della catena alimentare, relegando l’umanità al ruolo di preda. Lo scenario di sfondo è quello delle città verticali, fuori controllo, le cui profondità oscure ospitano una popolazione umana misera, segnata da catastrofi. Ogni storia in questa antologia offre spunti affascinanti, delineando un panorama visionario e complesso che testimonia la maestria di Tonani nel plasmare un futuro tanto affascinante quanto inquietante.
Andrea Viscusi si conferma come una delle voci più suggestive della fantascienza italiana del Duemila con il romanzo Dimenticami Trovami Sognami. La trama, intrisa di fascino, esplora il tema del sonno prolungato interpretato come una forma di viaggio spazio-temporale. Nel racconto, l’autore introduce il suggestivo termine “onironauta”, ispirato a coloro che, nei sogni, sono consapevoli di stare sognando. Il romanzo si configura come un viaggio di fantascienza interiore, immergendosi in temi monumentali come il viaggio stesso e l’origine dell’universo. Tuttavia, Viscusi riesce a mantenere un equilibrio misterioso, inserendo il protagonista in una quotidianità tutto tranne che eclatante.
Si tratta del primo capitolo della saga di Eymerich creata dallo scrittore bolognese Valerio Evangelisti e che vanta al momento 14 volumi più una serie di extra e altre storie collegate allo stesso universo narrativo. Nicolas Eymerich, inquisitore, vincitore del premio Urania, introduce la figura dell’omonimo frate domenicano, un inquisitore così rigido e spietato da apparire quasi il cattivo della storia. La trama si sviluppa su tre distinti livelli temporali. Il primo è ambientato nel Medioevo, dove Eymerich conduce un’indagine su una misteriosa setta di neopagani. Il secondo avanza ai tempi di Marcus Frullifer, un fisico tedesco che elabora una teoria per spiegare fenomeni paranormali. Il terzo si proietta nel futuro, a bordo dell’astronave Malpretuis, diretta verso un pianeta dove si è manifestata la dea Diana.
Il romanzo di fantascienza dal sapore apocalittico Dissipatio H.G. è stato pubblicato postumo, a seguito del triste suicidio del suo autore, Guido Morselli. Il nichilismo profondo esplorato nella trama emerge già dal suo titolo enigmatico, in cui “H. G”” indica l’Humani Generis, il genere umano di cui ci si immagina l’evaporazione. La narrazione di Morselli segue le vicende di un uomo tanto pieno di disgusto verso l’umanità e la propria vita, da decidere di porvi fine attraverso il suicidio. Tuttavia, la sua scelta di lasciarsi annegare in un lago all’interno di una grotta di montagna cambia improvvisamente al momento decisivo. Ma, una volta riemerso dalla grotta, il protagonista si rende conto che il suo paese è misteriosamente disabitato, alimentando il sospetto che l’intera razza umana sia scomparsa.. Nonostante la condizione post-catastrofica in cui si trova, il protagonista riflette sulla quotidianità e sulla banalità della vita. L’azione e l’indagine sul mistero della scomparsa dell’umanità si svolgono in secondo piano rispetto alle digressioni esistenziali del protagonista, rendendo la lettura un’esperienza profonda e impegnativa.
Terra! ha segnato il debutto di Stefano Benni nella narrativa, tratto dall’ispirazione dei racconti di fantascienza post-atomica, genere ampiamente diffuso durante la guerra fredda. Il racconto è ambientato nel 2157, anno in cui la Terra è avvolta da una nube di scorie radioattive che ha privato il pianeta del calore del sole. Tra le poche specie sopravvissute, gli esseri umani si ritrovano confinati in megalopoli sotterranee stratificate in livelli. Nel frattempo, nella politica internazionale emergono solo grandi alleanze di potere, ognuna con il proprio impero: la Federazione Sineuropea, che unisce Europa e Cina; l’impero militare Samurai dei Giapponesi; e l’impero Amerorusso, che fonde i popoli americani, russi e sceicchi arabi. All’interno di ciascun blocco di potere, si sviluppano varie correnti, ciascuna determinata a sopprimere le opposizioni. La scoperta di una capsula spedita da un esploratore spaziale, contenente un messaggio che annuncia la presenza di una nuova Terra, riaccende le speranze di poter tornare a vivere su un pianeta adatto all’umanità. Pertanto, viene finanziata una spedizione da Parigi, composta da uno scienziato, un ex-ribelle pilota di astronavi, una telepate e un tecnico, per andare a recuperare la capsula. Tuttavia, la notizia si diffonde rapidamente, e gli Amerorussi e i Samurai inviano le loro navi nello spazio per conquistare il pianeta prima dei Sineuropei. La corsa contro il tempo per raggiungere la Terra promessa diventa così il cuore pulsante di questa avvincente storia fantascientifica.
Pubblicato nel 1977, Quando le radici è il primo e Lino Aldani, il quale dipinge un futuro incolore e profondamente triste, immaginando una società in cui gran parte delle persone vive in condomini sterminati, simili a veri e propri alveari. Molti svolgono lavori inappaganti creati dai potenti per occupare corpo e mente dei cittadini. Il potere è concentrato nelle mani di politici indolenti, interessati solo a conservare la propria posizione e a sedare il malcontento del popolo. Ogni aspetto della società è organizzato per rendere passivi gli individui, generare bisogni fittizi e ostacolare qualsiasi forma di pensiero autonomo o rivolta.
All’interno della storia emerge il personaggio di Arno, che contempla l’idea di lasciare Roma per ritornare alle sue radici oltre la riva del Po. Tuttavia, in un paese irriconoscibile, tra voragini nella terra e mostri sulle strade, il viaggio di ritorno verso casa presenta molte insidie e Arno avverte che la sua vita sta per spezzarsi. Solo al termine di questa odissea, si renderà invece conto di essere diventato un uomo completamente diverso..
Pubblicato nel 1999, Milano 2019: linea di confine si configura come una visione immaginaria del futuro, un’anticipazione di come gli autori del vecchio secolo immaginavano si potesse tradurre il nuovo millenio. Scritto alcuni anni prima della sua pubblicazione, il romanzo riflette un’epoca in cui Internet era ancora agli albori, gli smartphone erano solo cellulari e il digitale solo un mito.
Influenzato in modo significativo dalla letteratura cyberpunk e ispirato da scenari urbani presenti in film cult del genere di fantascienza com Blade Runner il romanzo presenta una trama ben scritta, con un ritmo tipico del genere hard boiled americano, caratterizzato da frasi sintetiche e d’impatto, con un intreccio che ruota attorno al furto di una valigetta.
Lidia Ravera offre un esempio illustre del genere fantascientifico italiano con il suo romanzo Gli scaduti. Nella futuristica Italia europea immaginata nel libro, il Partito Unico, salito al potere in nome delle generazioni di trenta/quarantenni, istituisce per legge il ritorno a una società “naturale”, dove le generazioni si susseguono in modo ordinato anziché sovrapporsi: a trent’anni si assume il controllo, a sessanta ci si ritira. Tuttavia, il luogo in cui avviene questo ritiro forzato è idealizzato un mondo separato, del quale si sa poco e che viene idealizzato. Tuttavia, gli anni del Grande Disordine hanno messo a dura prova la pazienza dei cittadini, e le nuove regole vengono accettate come un necessario cambiamento.
Lidia Ravera ci invita a riflettere sull’antico conflitto generazionale in una società distopica attraverso un romanzo ironico, paradossale e disturbante. Si tratta di un’opera che sfida il lettore a interrogarsi sulla possibilità e sulla necessità di ribellarsi a contesto totalitario che si rivela essere molto più complesso di quanto appaia inizialmente.
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