Ci si avvia verso una nuova sanatoria fiscale per il prossimo anno, ecco quali saranno i contribuenti che potranno aderire.
Continuano le grandi manovre intorno alla riforma fiscale. Un tema, questo, molto sentito dai contribuenti italiani alle prese con una mole enorme di regole e procedure, spesso molto lente che intasano uffici e studi professionali. Particolare rilievo poi ha la questione dell’accumulo di cause tributarie, che intasano le aule con migliaia di procedimenti.
La strada scelta dall’attuale Governo è sostanzialmente quella della sanatoria e di una contestuale semplificazioni degli iter e delle procedure a partire dalle aule dei tribunali tributari, dove le cosiddette liti pendenti sono migliaia. Gli strumenti saranno quelli della digitalizzazione e dell’utilizzo di modelli prestabiliti per la redazione degli atti processuali. Ma la novità più importante che sta emergendo è quella relativa a una nuova sanatoria fiscale.
Le novità sono state anticipate dal viceministro all’Economia Maurizio Leo, obiettivo dichiarato ridurre il numero delle liti pendenti nei tribunali tributari, riducendone il carico di lavoro. I procedimenti pendenti di fronte i vari gradi di giudizio tributario, fino alla Corte di cassazione, sono oggi circa 100mila, un numero incredibile.
La definizione agevolata delle liti pendenti prevista dalla Legge di Bilancio 2023 non ha avuto grande successo con sole 7mila cartelle esattoriali eliminate dal provvedimento legislativo, a fronte di oltre 10mila nuove controversie. Con molta probabilità la contemporanea presenza di altre procedure fiscali quali la rottamazione quater e lo stralcio delle cartelle fino a mille euro, ha determinato lo scarso interesse dei contribuenti verso l’agevolazione delle liti pendenti.
Inoltre il testo del 2023 era troppo macchinoso con riduzione delle sanzioni in base ai gradi di giudizio, agli importi della lite e ai risultati dei gradi di giudizio rispetto a quello in corso. Una semplificazione appare quindi necessaria, per ridurre tempi e iter del contenzioso tributario. Uno degli strumenti anticipati dalle forze di Governo è la cancellazione della mediazione per le liti fino a una cifra di 50mila euro.
Il risultato di questo intervento potrebbe portare a ridurre il numero delle 100mila liti pendenti in corso per un valore approssimativo di circa 40 miliardi di euro. Sono previste anche altre misure sul piano fiscale, tra cui il coordinamento tra gli enti a scopo deflattivo impiegabili nei momenti precedenti il ricorso alla via giudiziaria.
Il decreto attuativo della riforma dopo la presentazione in Consiglio dei Ministri sarà discusso e votato in Parlamento, per entrare in vigore con molta probabilità già a partire dal 1° gennaio del prossimo anno.
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