In questo articolo cercheremo di capire anche i risvolti futuri in termini di settori migliori d’impiego, crescita economica del Paese, tasso lavorativo e tanto altro
Oggigiorno i cambiamenti in atto sia a livello sociale che economico in ogni Paese del nostro pianeta sono costanti, quasi quotidiani. Un’evoluzione perenne che modifica di fatto il tessuto comunitario che vede modificarsi i propri connotati. Questo comporta delle prospettive differenti anno dopo anno, che interessano vari settori: da quello occupazionale a quello della comunicazione, passando per la politica, l’amministrazione e l’intrattenimento. In questo focus vogliamo concentrarci maggiormente sul lavoro, specie in Italia, con i possibili risvolti per il prossimo futuro, anche con le nuove modalità di lavoro che spingono i giovani a cercare nuove strade. Un ambito che ha vissuto diverse fasi e che nel recente periodo è stato suddiviso in un pre e post pandemia. Ma non esamineremo solo questo aspetto, cercheremo di capire anche i risvolti futuri in termini di settori migliori d’impiego, crescita economica del Paese, tasso lavorativo e tanto altro.
Lo storico professionale italiano, ma si potrebbe estendere tale discorso anche a livello globale, è mutato molto nel recentissimo periodo. La pandemia, evento terribile che ha interessato tutto il pianeta, ha comportato delle conseguenze drammatiche, non solo sul piano sanitario ma anche lavorativo ed occupazionale. Un momento di down piuttosto marcato per il mercato e l’economia generali, dove il tasso di disoccupazione è salito vertiginosamente a scapito di quello delle assunzioni. Anche la stabilità contrattuale dei diversi profili professionali è divenuta sempre più carente, con posti a tempo determinato crescenti rispetto a quelli indeterminati. Un senso di provvisorietà che ha generato malcontento nella società nostrana, innescando un circuito ben poco virtuoso.
Se il Covid e la pandemia sono stati fattori negativi che hanno inciso in termini occupazionali sul nostro Paese, c’è anche da dire che gradualmente, nel periodo successivo, si è verificata una ripresa. Il senso di provvisorietà e di stasi o blocco lavorativo ed economico, quasi stagnante, degli anni pandemici, hanno lasciato spazio ad un maggiore ottimismo susseguente. Era inevitabile d’altra parte che dopo una discesa simile si potesse solo che risalire e migliorare. E così è stato, fino ad arrivare ai giorni attuali in cui sia il mercato del lavoro che le riforme governative destinate ad esso hanno agevolato il miglioramento generale occupazionale. Agevolazione è una parola chiave in quest’ottica: basti pensare a quella messa a disposizione delle aziende per le assunzioni. Un elemento di sblocco per gli indeterminati che quindi sono aumentati quali profili aziendali ma anche tra i privati.
La crescita economica del nostro Paese ha di conseguenza innescato una pari crescita occupazionale, con un tasso che si prevede in incremento anche per il prossimo quinquennio. Quello 2021-2025 è già ottimo, ma il successivo che porterà al 2030 si prevede ancor migliore. Dai circa 4 milioni di lavoratori attuali si dovrebbe salire ulteriormente, e soprattutto in modo costante. Uno sviluppo di cui c’era un disperato bisogno, per uscire da una crisi durata fin troppo. Maggiori assunzioni portano poi a maggiore capacità di spesa ed investimento da parte della comunità, che a sua volta tende a far crescere l’economia generale. Un circolo sì virtuoso questa volta, che non può far altro che estendere la positività di un Paese troppo spesso visto in difficoltà e in una posizione di debolezza sul piano europeo.
Abbiamo tracciato una visione generale del trend futuro lavorativo, ora andiamo più a fondo della questione vedendo da vicino quelli che sono i settori professionali in maggiore crescita. Settori che negli anni a venire tenderanno ad assumere maggiormente e per i quali bisogna farsi trovare pronti e adeguatamente formati.
Stiamo parlando di contesti occupazionali come: quello turistico, culturale, formativo/accademico, delle infrastrutture ed edilizio, delle telecomunicazioni e della robotica. Stabili poi i settori alimentari e dei trasporti quali elementi di primissima necessità che difficilmente incontrano periodi di eccessiva recessione o crisi. Anche la Pubblica Amministrazione sta conoscendo un momento positivo per ciò che concerne le assunzioni, con un incremento notevole rispetto al passato che promette di crescere ancor di più negli anni a venire. Già in questo quinquennio infatti ha visto un incremento di circa 50mila unità in confronto al 2020. Ulteriori 260mila posti si sbloccheranno nell’immediato futuro, e quindi nei successivi cinque anni.
Ovviamente quando si parla di lavoro ed occupazione si pensa esclusivamente a settori quali la formazione, l’amministrazione, le grandi aziende e marchi. Spesso si ignora un ambito che al pari di quelli sopra menzionati genera un profitto ed entrate ingenti per lo Stato e per il benessere generale: stiamo parlando del gioco e dell’intrattenimento. Due filiere affini che ogni anno vedono una crescita anche qui costante, per la volontà da parte dell’utenza generale di svagarsi e non sol di condurre una vita casa e lavoro.
Strutture quali casinò e betting, vedono per tanto un afflusso notevole e di conseguenza sono alla ricerca sempre di nuovi profili da assumere. Certo, il settore del web è sempre più in crescita e aumentano le persone che vogliono trovare i gratta e vinci online. Essi rappresentano per tanto contesti da prendere in considerazione quando si parla di mercato del lavoro. Anche quello videoludico è parimenti significativo, con sviluppatori, programmatori, designer, e profili attigui che hanno nelle proprie competenze uno strumento evolutivo del settore in questione.
Competenze che vengono ricercate ogni giorno, e che incrementano le opportunità per la comunità di lavorare. L’intrattenimento, poi, non è solo gioco e videogiochi, ma anche altro: in precedenza abbiamo menzionato le telecomunicazioni che in quest’ottica si inseriscono alla perfezione. Radio, tv, e web sono le frontiere universali dell’intrattenimento, dove la comunicazione e le sue declinazioni la fanno da padrone.
Quindi possiamo notare come le frontiere lavorative siano davvero tante e diversificate, e soprattutto come esse si espandono anno dopo anno, garantendo una probabilità di impiego crescente nel tempo. Più contesti occupazionali significa più opportunità di lavorare. Una caratteristica che abbiamo mutuato dall’estero e che ci viene in soccorso come elemento imprescindibile oggi per porre rimedio ad una piaga che per troppi anni ci ha resi protagonisti in negativo: il lavoro.
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