Cosa rischia chi non paga le tasse? Una domanda che si pongono in tanti, alle prese che i numerosi balzelli italiani. Vediamo quindi cosa accade agli evasori.
Le tasse, specie in Italia, sono argomento costante di discussione. Non c’è politico che, tra le sue promesse, non metta quella di ridurre le tasse, anche se poi, molto spesso, le promesse faticano a diventare realtà. Di certo gli italiani devono fare i conti con una pressione fiscale molto alta e con un quantitativo di tasse notevole. In tanti, allora, si pongono una domanda: cosa rischia chi non paga le tasse? Proviamo a dare una risposta a questo interrogativo entrando nel dettaglio.
Prima di partire: la differenza tra tasse e imposte
Prima di entrare nel dettaglio, però, è necessario capire una differenza lessicale notevole. Conoscete cosa cambia tra tasse e imposte? Nel primo caso si tratta di denaro che serve per pagare un servizio che è chiaramente identificabile. La tassa sui rifiuti, per esempio, o quella sull’occupazione del suolo pubblico. O ancora il ticket sanitario, che si paga a fronte di un determinato servizio specifico. Di contro, le imposte sono somme che si pagano indipendentemente dal fatto che di quel servizio si usufruisca o meno. L’irpef, per esempio, o l’Iva. In sostanza, un’imposta va pagata in qualsiasi caso. Non si può rinunciare al servizio e scegliere di non pagarlo.
L’evasione fiscale e i suoi rischi
La differenza tra imposte e tasse è importante da conoscere, ma i due termini si fondo quando si parla di evasione fiscale. Di solito, infatti, non si fa distinzione. L’evasione fiscale si verifica, per definizione, quando un cittadino, in maniera consapevole o inconsapevole, non paga una tassa o un’imposta, sia in maniera integrale sia in maniera parziale. Chi non paga le tasse commette un illecito definito “tributario” ed esistono in questo senso delle sanzioni amministrative. Nel caso in cui anche queste non venissero pagate, il passo successivo è il pignoramento dei beni.
Allo stesso tempo, l’evasione fiscale può anche essere un illecito penale e non soltanto amministrativo. Il riferimento è, in questo caso, il Dl 74/2000 e le sue successive modifiche. Commette reato ad esempio chi per non pagare le tasse effettua una dichiarazione dei redditi – o Iva – fraudolenta, indicando degli elementi passivi fittizi, alternando le scritture contabili, aumentando le detrazioni o le deduzioni spettanti per annullare l’imposta.
Quando l’evasione diventa reato penale?
L’imposta non pagata, per configurare reato penale, deve essere superiore ai 30mila euro mentre i redditi non dichiarati devono superare l’1.5 milioni di euro o il 5% del totale. In questo caso l’evasore può essere condannato per dichiarazione fraudolenta, che preveda da 1 anno e 6 mesi fino a 6 anni di carcere). Un’altra fattispecie di evasione fiscale che si configura come reato è quella di chi effettua una dichiarazione infedele. Entra in gioco solo se l’imposta non pagata supera i 150mila euro e il reddito non dichiarato spera il 10% del totale o i 3 milioni di euro. La pena va da 1 a 3 anni di reclusione. Anche chi non presenta la dichiarazione dei redditi – o Iva – entro i 90 giorni dalla scadenza (ma solo se l’imposta evasa è superiore ai 50mila euro, 250 mila per l’omesso versamento dell’Iva) commette un reato – dichiarazione omessa – punito con la reclusione da 1 a 3 anni. E ancora, anche l’emissione di fatture false è reato penale, punito con da il carcere. Stesso discorso per coloro che distruggono o occultano scritture contabili per le quali la legge stabilisce la conservazione.