Pensioni più ricche il prossimo anno grazie ad un aumento del montante contributivo e a nuovi coefficienti di trasformazione.
Montante contributivo e coefficiente di trasformazione più vantaggiosi nel 2024 che, tradotto in parole semplici, significa pensioni più alte. Le pensioni in Italia, esattamente come gli stipendi, non brillano per importi: sono tra le più basse d’Europa.
Nel 2023 la percentuale di rivalutazione annua è stata alta: addirittura dell’8,1% a cui se ne è aggiunta un’altra del 6,4% ma solo per i pensionati con almeno 75 anni percettori di pensioni pari o inferiori al trattamento minimo dell’Inps.
Nel 2024 la rivalutazione delle pensioni si fermerà al 5,4%: percentuale che, per i terzo, verrà applicata però solo agli assegni che non superano di 4 volte l’importo del trattamento minimo dell’Inps. Andare in pensione nel 2024, tuttavia, converrà in quanto il montante contributivo e il coefficiente di trasformazione saranno particolarmente vantaggiosi.
Coefficiente di trasformazione più alto e montante contributivo rivalutato del 2,3% daranno come esito assegni previdenziali più alti per chi andrà in pensione nel 2024. Vediamo cosa cambierà.
Per chi non lo sapesse, il montante contributivo e il coefficiente di trasformazione sono i due elementi chiave nel calcolo dell’importo della pensione che una persona andrà a ricevere. Questo dal 1996 in avanti. Fino al 31 dicembre 1995 la pensione veniva calcolata con il sistema retributivo a quote che teneva conto della media delle ultime retribuzioni di un lavoratore. Dal 1996 in poi, invece, grazie alla Riforma Dini, le pensioni vengono calcolate con il sistema contributivo puro.
Il sistema contributivo puro considera due fattori: il montante contributivo che è l’insieme dei contributi che un lavoratore ha versato durante tutta la sua carriera, e il coefficiente di trasformazione. Quest’ultimo è un numero che aumenta con l’aumentare dell’età a cui una persona va in pensione. Per calcolare l’importo della pensione bisogna moltiplicare il montante contributivo per il coefficiente di trasformazione. Va da sé che più alti sono i valori di entrambi questi elementi e più alto sarà l’importo della pensione.
È stato recentemente annunciato che il prossimo anno il montante contributivo sarà rivalutato del 2,3% e che aumenteranno anche i valori dei coefficienti di trasformazione. Questo darà come esito assegni previdenziali più alti per chi andrà in pensione nel 2024. Per fare un esempio: se il montante contributivo di un lavoratore fosse di 150.000 euro, grazie alla rivalutazione del 2,3% diventerà di circa 153.000. Questa cifra andrà poi moltiplicata per un coefficiente di trasformazione che varierà in base all’età del pensionamento.
A questa pensione maggiorata dobbiamo poi aggiungere la rivalutazione annua del 5,4% che farà lievitare ulteriormente l’importo dell’assegno mensile. Brutte notizie, invece, per chi deciderà di andare in pensione con Quota 103 nel 2024: a partire dal prossimo anno l’assegno di chi vorrà avvalersi di questa misura sarà più basso e interamente ricalcolato con il sistema contributivo puro.
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